martedì 31 maggio 2011

l'infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.
Manoscritto originale
un click qui per un ingrandimento
del manoscritto autografo
(Visso, Archivio Comunale)
Testo tratto dal secondo manoscritto autografo
(Visso, Archivio Comunale)


lo so, a molti verranno in mente le tediose giornate di studio eppure io AMO questa poesia mi ha sempre trasmesso un senso di quiete e, per l'appunto, d'infinito.

Ve la dedico perché tutti noi abbiamo bisogno di aprire all'infinito i nostri pensieri ed i nostri sguardi.

Con affetto

Jo

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